Una valanga di pratiche di immigrati in giacenza all’Ufficio anagrafe di viale Lazio da oltre un anno, in attesa di essere definite, che riguardano 242 nuove iscrizioni e 696 cambi di residenza. Ed altre 270 sono quelle ancora inevase di quest’anno. In totale 1.208. Queste le cifre dello scandalo, ereditato per gran parte dalla precedente amministrazione, che nega il diritto di esistere nella vita sociale ad altrettante persone che vivono a Palermo. “Una situazione vergognosa”, definita anche dallo stesso sindaco.
Sono questi i dati forniti dall’amministrazione comunale nel corso del secondo incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Palazzo delle Aquile con la Cgil ed una rete di una ventina di associazioni che si occupano dell’integrazione degli extracomunitari.
Non sono stati dati tempi sullo smaltimento di queste pratiche e sull’aumento degli sportelli e dei giorni di apertura degli uffici di viale Lazio che restano quelli attuali: il martedì ed il giovedì mattina. Ma la dirigente del servizio Alessandra Autore ha dato notizia di un potenziamento del personale che lavora nelle retrovie con dipendenti di altri uffici, che ha determinato un aumento del numero delle pratiche definite. Ma si tratta, come è stato detto, di un rafforzamento temporaneo in quanto queste unità torneranno presto da dove sono venute. E quindi dopo questa prima boccata di ossigeno la macchina tornerà in affanno.
Il segretario generale Raimondo Liotta ha detto che da ora in poi, oltre che agli uffici di viale Lazio, sarà possibile per gli immigrati accedere alle postazioni decentrate tutti i giorni, da lunedì a venerdì, e due pomeriggi a settimana, il martedì ed il mercoledì, su prenotazione fatta la mattina. Sembra di capire per i soli cambi e richieste di residenza, mentre le prime iscrizioni anagrafiche si dovrebbero effettuare solo negli uffici di viale Lazio. Ed ha anche ha annunciato l’apertura di una nuova postazione nei pressi della stazione centrale, a Palazzo Barone, quando sarà definita la ristrutturazione in corso e cioè tra circa un mese e mezzo, se questi tempi saranno rispettati.
Parole chiare e finalmente definitive sono venute per quanto concerne i tempi delle registrazioni anagrafiche e delle residenze. Liotta ha comunicato che queste, secondo quanto previsto da regolamento nazionale, anche per gli stranieri devono avvenire entro due giorni e che i funzionari hanno 45 giorni di tempo per eventuali approfondimenti. Dopo di che scatta il silenzio assenso e il cittadino ha diritto ad essere iscritto o ottenere la residenza o ricevere eventuale denuncia, se sono state riscontrate false dichiarazioni. Non c’è, come ha detto anche il sindaco, una terza via. Questo significa che non si dovrebbero più aspettare diversi mesi ed anche anni per avere questi documenti, propedeutici per tanti altri molto importanti. Ma su questo fronte restano delle incertezze in quanto “scattati i 45 giorni – dice la dirigente del servizio – le pratiche hanno bisogno di ulteriore lavorazione”. E non è stato chiarito di cosa esattamente si tratti e quanto tempo occorra ancora per la completa definizione dell’istruttoria ed il rilascio del documento.
Un piccolo potenziamento si è avuto con la presenza di un funzionario dislocato alla Casa dei diritti che si occupa delle pratiche che riguardano minori ed adulti ospitati nei Sai. mentre non è stato ancora individuato un percorso veloce per quanto riguarda i soggetti che fanno capo alla marginalità adulta ed i senza dimora, evitando anche le attese di anni per le residenze virtuali che interessano persone estremamente fragili che senza i documenti non consentono alle associazioni di realizzare progetti di sostegno ed autonomia individualizzata.
Un’altra delle questioni aperte era quella della presenza dei mediatori culturali negli uffici anagrafe di viale Lazio per facilitare le comunicazioni tra impiegati e stranieri che parlano poco o niente l’italiano. Il Comune ha diramato un avviso alla ricerca di volontari che possano dare una mano, una prospettiva che però non piace alle associazioni che si occupano di migranti che chiedono figure strutturate. Resta in piedi un progetto dell’amministrazione per avere mediatori finanziati dal governo nazionale che però sino ad ora non ha dato risposte in proposito.
Il sindaco ha usato parole molto dure nei confronti di un servizio che crea tanti problemi fondamentali agli immigrati definendo le lunghe attese per avere i documenti “situazioni da quinto mondo, non del terzo che è già molto più avanti di noi”. Ed ha aggiunto: “In questa città uccidiamo i vivi e non riusciamo a seppellire i morti. Ora è venuto il momento di dare risposte ai cittadini, senza se e senza ma”. “Non ci sono giustificazioni nei confronti di chi ha bisogno. Evidentemente c’è qualcuno che non fa il proprio lavoro o qualche altro che non vigila, questo lo capisce anche un bambino di cinque anni”.
Riguardo all’anagrafe ha intimato alla dirigente Alessandra Autore, al segretario generale e all’assessore al ramo Dario Falzone di fargli avere un piano su come intendono smaltire la gran mole di arretrato, nomi e cognomi degli operatori, giorno e data in cui vanno al lavoro, dove si trovano e quante pratiche esitano ogni giorno. “E poi, ha aggiunto, andrò io stesso a verificare se tutti hanno fatto il proprio dovere”.
Il sindaco, che ha confermato i gravi disagi esistenti e l’impegno di trovare soluzioni, ha dato il proprio numero di cellulare a tutti i presenti all’incontro, scandendo le cifre per ben tre volte, dicendo: “Questo è il mio numero, vigilate anche voi sul funzionamento dei servizi e telefonatemi quando volete per segnalarmi ciò che non va”. Lasciando intendere di voler prendere provvedimenti pesanti nei confronti di chi non ha svolto bene il proprio lavoro.
Mentre la dirigente Alessandra Autore e il segretario Raimondo Liotta avevano detto di non poter disporre di nuovo personale, Lagalla ha chiesto di reperire almeno sei dipendenti per accelerare lo smaltimento delle pratiche, confermando che senza l’aumento del personale è difficile dare le risposte alle legittime esigenze dei cittadini. E quindi questo nuovo personale ci sarà o no?
C’è un modo per uscire da questa incresciosa situazione? “Ci proveremo con tutte le nostre forze” aggiunge il sindaco; “Stiamo approntando un piano di riorganizzazione degli uffici, che confronteremo con i sindacati, per poterli dotare del personale necessario, a seconda delle esigenze dei cittadini”. Le buone intenzioni ci sono tutte, resta da vedere se e come verranno attuate.
Insoddisfatta la rete delle associazioni che da mesi protestano per “cancellare questa vergogna”, pur riconoscendo che qualche piccolo miglioramento c’è stato. “In concreto – dicono in una nota – non sono stati fatti passi avanti sostanziali. Il piano organico per affrontare l’emergenza, destinando risorse e personale, non è stato ancora presentato dall’amministrazione comunale. Sono stati promessi – aggiungono – alcuni aggiustamenti, ma l’attuale configurazione dell’anagrafe, senza personale aggiunto, non basta ad affrontare l’emergenza. Manca anche un piano di assegnazione dei dipendenti nelle sedi decentrate”.
E’ stato infine deciso di tenere un altro incontro il 10 maggio alle ore 16.00 per un’ulteriore verifica di quanto sarà stato fatto in questi giorni.