Da anni sindacati e associazioni denunciano i gravissimi disservizi dell’ufficio anagrafe del Comune di Palermo, il quale lascia attendere le persone per mesi, se non addirittura per anni, per completare le pratiche di iscrizione anagrafica, nonostante il termine di due giorni previsto da apposito regolamento del Ministero degli Interni.
Ogni giorno gli abitanti e le abitanti di Palermo si recano presso gli uffici di viale Lazio per ottenere la documentazione richiesta e puntualmente restano in vana attesa di essere ricevuti dai dipendenti comunali.
Questi disagi costituiscono una violazione sistematica di molteplici diritti, di cui la residenza costituisce un presupposto fondamentale. Pertanto è stato organizzato un corteo che il 14 marzo alle ore 10 da piazza Giulio Cesare attraverserà via Roma sino a raggiungere Palazzo delle Aquile.
All’amministrazione comunale è stato chiesto più volte di intervenire per potenziare la pianta organica degli uffici preposti all’iscrizione anagrafica. La situazione è stata rappresentata anche al Prefetto senza ottenere alcun cambiamento dello stato di fatto.
La questione riguarda tutte le persone presenti sul territorio palermitano ma in particolar modo quelle di cittadinanza non-Ue, già fortemente provate da prassi discriminatorie e leggi ingiustificabili o, addirittura, criminalizzanti.
Per loro esiste solo una postazione negli uffici di viale Lazio dove non risponde mai nessuno al telefono, raramente all’email, ed il ricevimento è previsto con uno o due impiegati due volte la settimana e a volte nemmeno questo. Poter parlare con un impiegato è diventata l’impresa più difficile del mondo. Nessun altro sportello esiste nelle postazioni decentrate, che svolgono diversi altri servizi, ma non questo.
L’iscrizione all’anagrafe è indispensabile per l’accesso a numerosi diritti come, ad esempio, il rilascio della patente di guida, la carta d’identità, l’iscrizione al servizio sanitario nazionale.
Inoltre, la residenza è necessaria per fare la richiesta di ricongiungimento familiare e del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. Ed ancora per richiedere la cittadinanza italiana, per l’accesso ad un alloggio di edilizia residenziale pubblica. Senza l’iscrizione anagrafica non si può nemmeno accedere alla maggior parte delle misure di sostegno sociale, quale il reddito di cittadinanza o l’assegno di natalità, e neanche alla richiesta dello Spid. L’iscrizione anagrafica deve avvenire in tempi rapidi e uguali per tutti e tutte, senza discriminazioni tra cittadinanza italiana e straniera La situazione è ormai divenuta intollerabile, l’esasperazione dei cittadini e delle cittadine che hanno necessità di questo servizio è ormai incontenibile. Il Comune ha sempre risposto che i ritardi sono dovuti alla carenza di personale, una giustificazione non più accettabile e solo una risposta sbrigativa e superficiale per non affrontare il problema, dietro cui si celano disfunzioni amministrative, organizzative ed anche violazioni di legge. Amministratori che hanno a cuore il rispetto dei diritti dei cittadini, devono impegnarsi sempre a trovare soluzioni, soprattutto quando si governa una macchina burocratica con migliaia di dipendenti.
I tanti i ricorsi presentati in Tribunale in questi due anni che hanno ottenuto esito positivo contro l’amministrazione comunale dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, che il Comune sta violando la legge e i diritti delle persone. L’ultima sentenza del 6 febbraio scorso, ha condannato il Comune a iscrivere all’anagrafe un cittadino a partire dalla data di presentazione della domanda.
Abbiamo chiesto di incrementare gli sportelli dedicati alle persone di cittadinanza non-Ue (anche nelle sedi decentrate) e prevedere più personale negli uffici di viale Lazio, a tutela dei diritti di tutti i cittadini, italiani e non. Ma nulla è cambiato.
Occorrerebbe procedere alle iscrizioni o alle registrazioni delle mutazioni anagrafiche dichiarate dai cittadini stranieri titolari di una carta di soggiorno permanente, per congiunti di cittadino UE, o di un permesso UE per soggiornanti di lungo periodo, a parità di condizioni con i cittadini italiani, così come prescritto dalla legge, senza richiedere l’aggiornamento dei predetti titoli di soggiorno quando siano stati rilasciati da più di cinque anni o siano stati rilasciati da articolazioni territoriali di amministrazioni diverse dalla Questura di Palermo.
La normativa che disciplina l’attività dei servizi anagrafici dei comuni dispone che il sindaco possa delegare a svolgere le attività di ufficiale dell’Anagrafe altri dipendenti, che possono essere formati secondo le indicazioni di legge. In alternativa, vista la situazione straordinaria, lo stesso potrebbe delegare personale fuori ruolo o previo accordo con i sindaci della Provincia di Palermo, i dipendenti dei Comuni che abbiano i requisiti previsti.
Di certo la condizione di grave pregiudizio di diritti fondamentali delle cittadine e dei cittadini residenti nel Comune di Palermo impone all’amministrazione comunale di porre rimedio alle carenze amministrative e organizzative anche con provvedimenti straordinari.
Cgil – Arci – Associazioni senegalese, gambiana, biafrana – Stravox – Donne di Benin City – Cub immigrazione – Moltivolti – Prima gli ultimi. Nessuno è straniero – Solaria – Divento – Di sana Pianta – Associations Ambulante Palermo DOVE – Centro Diaconale La Noce Istituto Valdese – Caritas Diocesana di Palermo – Istituto Don Calabria – Associazione Apriti Cuore – Api Colf Palermo – FederColf – Ufficio Diocesano Interreligioso e interculturale – Unione degli Ivoriani in Sicilia- Giocherenda- Avvocato di strada – Rete SaluTiAmo- Ufficio diocesano per la pastorale delle migrazioni- Associazione Arcobaleno di popoli -Fondazione San Giuseppe dei Falegnami