Iscrizione anagrafica e residenza: un miraggio per gli immigrati a Palermo. Le soluzioni prospettate al Comune e le risposte dell’amministrazione

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A Palermo, capitale dei diritti negati, migliaia di cittadini, soprattutto migranti, attendono mesi, ed in alcuni casi anche anni, per avere l’iscrizione nei registri anagrafici, la residenza, un cambio di domicilio ed altri documenti che ne certifichino l’esistenza.
Ritardi macroscopici che non si verificano in nessun’altra città italiana. Senza questi documenti sono invisibili, clandestini perché non possono avere o rinnovare il permesso di soggiorno e di conseguenza non possono avere un regolare contratto di lavoro, il medico di famiglia, lo spid, oggi indispensabile per dialogare con la pubblica amministrazione, non possono accedere al welfare, non possono avere la cittadinanza italiana e tanto altro.
Il problema in diversi casi è stato risolto dalla magistratura che ha accolto già una settantina di ricorsi condannando il Comune ad iscrivere subito i migranti nei registri anagrafici o a concedere la residenza.
La mancanza di documenti diventa, quindi, il principale ostacolo al loro percorso di integrazione e di conseguenza alcuni sono più esposti alle lusinghe della criminalità per poter sopravvivere. Senza documenti vivono una condizione di assoluta mancanza di dignità.
Per denunciare questa situazione, in violazione della legge e della Costituzione, centinaia di cittadini in prevalenza immigrati (ma il problema più limitatamente interessa anche i palermitani) ieri mattina hanno sfilato in corteo da piazza Giulio Cesare sino a Palazzo delle Aquile. Qui una delegazione, in rappresentanza della Cgil e di una quarantina di associazioni di immigrati o che si occupano di immigrati, è stata ricevuta dall’assessore ai Servizi Demografici Dario Falzone, dal segretario generale del Comune Raimondo Liotta e dalla dirigente dell’ufficio anagrafe Alessandra Autore.

Ai rappresentanti del Comune è stato chiesto di approntare interventi urgenti per evadere la montagna di richieste che giacciono nei cassetti dei funzionari anche da anni, perché il problema, è stato sottolineato, non nasce con questa amministrazione, ma con le precedenti ed è continuano con questa. C’è in atto una grande emergenza e va affrontata con provvedimenti straordinari.
La delegazione ha quindi prospettato delle possibili soluzioni.
1) Potenziare gli sportelli utilizzando in straordinario, per chi lo accetta, il personale già in servizio negli uffici anagrafici;
2) Individuare quanti all’interno dell’amministrazione hanno la qualifica di ufficiale di anagrafe, pagato con una indennità straordinaria, per verificare se alcuni di loro, come sembra, vengano impiegati in altri servizi e mansioni;
3) Utilizzare la legge nella parte che prevede di poter effettuare dei contratti a tempo determinato e personale fuori ruolo;
4) Rivolgersi ad altri comuni della provincia di Palermo per accertare la disponibilità di ufficiali di anagrafe che possono supportare gli uffici comunali di Palermo;
5) Applicare la norma che prevede di concedere la residenza dopo due giorni dalla presentazione dell’istanza. Nei casi in cui l’ufficiale di anagrafe voglia fare degli accertamenti, la legge prevede che dopo 45 giorni scatta il silenzio assenso e si ottiene automaticamente la residenza. Attualmente questo provvedimento non viene applicato agli immigrati;
6) La presenza di mediatori culturali negli uffici perché in alcuni casi stranieri che non parlano l’italiano non riescono a capirsi con gli impiegati;
7) Nuove sportelli per gli immmigrati (attualmente ce ne sono solo due in viale Lazio che sono aperti mezza giornata due giorni a settimana;
8) Infine, ma non per ultimo, è stato chiesto di accertare quante sono le pratiche inevase giacenti negli uffici e un piano che ne preveda lo smaltimento, cosa che al momento l’amministrazione non sa.
L’amministrazione comunale, che ha già varato qualche piccolo provvedimento tampone che non scalfisce il problema, ha riconosciuto la gravità della situazione e si è detta disponibile a prendere in esame le richieste avanzate dalla delegazione e a fare delle verifiche interne per poter rispondere più dettagliatamente.
In particolare ha detto di voler prendere in esame la possibilità di mettere a disposizione nuovi sportelli negli uffici di piazza Giulio Cesare e nella postazione decentrata di piazza Marina e di voler reperire dei mediatori culturali.
E’ stato quindi fissato un nuovo incontro il 12 aprile alle ore 16,00. Da qui ad allora l’amministrazione ha fatto sapere che farà le sue verifiche, approfondirà le questioni sollevate dalla delegazione e individuerà misure ed interventi che dovrebbero migliorare la situazione attuale.
La delegazione ha accolto con favore questo percorso e contemporaneamente ha ribadito la necessità che le promesse non restino solo parole come accade da anni. “Ora non vogliamo più parole e vaghe promesse, ma fatti concreti che ci diano la possibilità di poter vivere con dignità”

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